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Dal 1965 al 1984, la Campania è stata un punto cruciale nel dibattito nazionale sulla follia e la salute mentale. Con i suoi sei manicomi, di cui tre ospedali psichiatrici giudiziari, essa costituiva una vera e propria "industria della follia" di dimensioni gigantesche. In quegli anni, gli esperimenti di innovazione psichiatrica sono stati molti, diffusi, ben divulgati al pubblico. Questo libro ricapitola questa breve primavera, dando voce agli psichiatri che l'hanno fatta, ai giornalisti che l'hanno accompagnata e raccontata, all'opinione pubblica, ai sindacati, ai partiti. In questa storia corale, Sergio Piro vi compare nella doppia veste di psichiatra e di pubblicista. Se a un certo punto - dopo l'approvazione della 180 e una legge regionale che sembrava dare ascolto alle nuove esperienze -, si è tornati indietro è stato per scelta, la scelta di non investire sulla prevenzione, sulla cura diffusa della salute, sul benessere dei cittadini meno agiati e soprattutto di non investire in pratiche di cura non gestibili in un'ottica puramente aziendale e medica. Prefazione di Francesco Piro.